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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, III, 18
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originale
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[18] Qui autem omnia metiuntur emolumentis et commodis neque ea volunt praeponderari honestate, ii solent in deliberando honestum cum eo, quod utile putant, comparare, boni viri non solent. Itaque existimo Panaetium, cum dixerit homines solere in hac comparatione dubitare, hoc ipsum sensisse, quod dixerit solere modo, non etiam oportere. Etenim non modo pluris putare, quod utile videatur quam quod honestum sit, sed etiam haec inter se comparare et in his addubitare turpissimum est. Quid ergo est quod non numquam dubitationem adferre soleat considerandumque videatur? Credo, si quando dubitatio accidit, quale sit id, de quo consideretur.
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traduzione
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18. Coloro che, al contrario, misurano ogni cosa in base al guadagno o al vantaggio personale e non vogliono che l'onest? abbia il sopravvento su ci?, sono soliti, nel prendere una decisione, mettere a confronto l'onesto con ci? che ritengono utile, mentre gli uomini onesti non sono soliti farlo. Perci? ritengo che Panezio, quando ha detto che gli uomini sono soliti esitare in questo confronto, abbia inteso proprio questo che ha detto, cio? che 'sono soliti' solamente, e non anche 'debbono'. Infatti ? oltremodo immorale non solo stimare di pi? ci? che sembra utile di ci? che ? onesto, ma anche paragonare questi concetti tra di loro ed avere dei dubbi in proposito. Ma che cos'?, dunque, ci? che talvolta ci suole far dubitare e ci sembra degno di considerazione? Credo, se qualche volta sorge il dubbio, che esso riguardi la natura delle cose su cui si riflette.
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